Lago della Valletta (2291) - Valle Stura CN


Oggi, Manu ed io, partiamo: destinazione laghi della Paur nel vallone di Rio Freddo a Vinadio.

Prima del parcheggio un piccolo fiume invade la strada e la piccola Ypsilon diventa un ottimo mezzo anfibio.

Alla partenza il cielo è nuvoloso, ma se tiene così non va male.. meglio che con il sole a picco.

Nella salita si oltrepassa il bivio, a destra, per il giro dei laghi (Martel, Nero, Avert) e, dopo meno di un'ora, s’intravvede sulla sinistra il sentiero che porta al lago Malinvern senza passare all'omonimo rifugio. Arrivati al punto di partenza del sentiero, ci aspetta una bella sorpresa .. il piccolo rio è in piena e non ci permette l'attraversamento. La cosa non mi rallegra perché bisogna salire al rifugio, perdere tempo e quota per poter raggiungere il ponte successivo.

Superato il rifugio, mentre Manu va alla ricerca di acqua, continuo il cammino e scendo al ponte, o meglio al posto dove dovrebbe esserci il ponte.. già perché qui mi aspetta un’altra sorpresa: l'attraversamento è stato portato via dalla corrente impetuosa dei giorni precedenti.

Guardo a valle e a monte, ma nessun passaggio permette di arrivare all'altra sponda, l'acqua è troppo violenta e così, fine dei giochi, si risale al rifugio e, cartina alla mano, si cambia itinerario.

Un lago interessante mi sembra quello della Valletta sul versante opposto a quelli della Paur, circa 500 metri ci separano dalla meta. Ci incamminiamo e, fra ruscelli e pietre scivolose s’inizia a salire sul sentiero in mezzo a larici secolari. La ripidezza aumenta e il carico sulla schiena, oggi, mi sembra doppio! Valicato il primo colletto, si apre un piccolo pianoro, sicuramente un tempo qui era presente un bel lago quel che resta oggi è un piccolo laghetto... Pensavo di essere arrivato, ma, aimè, altimetro e cartina non sbagliano... ancora un dislivello di alcune centinaia di metri ci separa dall’obiettivo.

Stavolta sono veramente stanco e mi sembra sempre più dura arrivare all’altro colletto, ai cui piedi, giace in una conca il lago principale con annesso il laghetto più piccolo. A fatica e molto lentamente arrivo finalmente sulla riva e Manu è già lì che mi aspetta da un po’… oggi proprio non è la mia giornata.. mi sento come se avessi fatto il triplo del dislivello.. ogni tanto capita.

Mi riposo qualche minuto e inizio a preparare l’attrezzatura.

L’acqua ha un colore verde smeraldo, questo indica sicuramente cattiva visibilità, ma non pare rappresenti un grosso problema per i pesciolini che continuano a fare cerchi in superficie.

Il primo contatto con l’acqua non è dei più caldi.. la neve caduta nei giorni precedenti ha certamente contribuito a raffreddare il bacino (5°). È tempo di scendere, ma sono costretto a rimanere incollato al fondale perché la visibilità è pessima e per poco non pianto una zuccata contro un enorme masso che compare improvvisamente

Oggi proprio non va.. anche la maschera ha deciso di farmi dannare! continua ad appannarsi!

Proseguo pinneggiando nel mentre continuo a svuotare per togliere la condensa, ma la faccia sta congelando. Raggiungo la profondità massima del lago (-6.5 m), il fondale è coperto da un grande strato di limo fine’ continuo fino a vedere di nuovo roccia. Sono sull’altra sponda, riemergo, stufo di svuotare la maschera e con un gran mal di testa. Oggi non è giornata, pure la macchina fotografica si è appannata. Ravano ancora un po’, ma decido di chiudere e tornarmene a riva in superficie. Fine dell’immersione, esco veloce e mi tolgo la muta gelata rapidamente.

Manu mi guarda con una faccia che sembra dire «ma chi te l’ha fatto fare?!».. ormai ci sono abituato.

Ora la parte più bella: pizza, focaccia, cioccolato e pisolino.. poi si ritorna a valle!

Alla prossima!!

 

 

Temp.= 5°

 

Prof.= -6.5m